Giovanni Fachinetti e la nascita del parapendio

Giovanni Fachinetti racconta Il parapendio in Italia: Eravamo alla fine degli anni ‘70, inizio anni ’80 , inizia Giovanni Fachinetti, quando una rivista pubblicò una foto di un tedesco ( la Germania era ancora divisa tra parte est comunista e parte ovest capitalista ), tale Dieter Strassilla, che aveva ideato e brevettato un uso particolare di un paracadute. In pratica il paracadute fungendo da vela doveva trascinarlo su pendii innevati quasi fosse uno skilift.
La Ten Cate, ditta Olandese produttrice del primo Wind Surf, aveva acquistato i diritti derivanti dal brevetto di questo attrezzo.
Affascinato da tutte le novità,io , Giovanni Fachinetti, sono andato in Olanda, ho comperato un paracadute, rilevato i diritti di sfruttamento del brevetto e iniziato a lavorare con Strassilla per rendere più utilizzabile questa attrezzatura.
In particolare volevo potesse essere utilizzata anche per scendere volando dopo avere fatto la salita spinti dal vento.
Siamo quindi passati ad un paracadute ad ala, modificato nelle dimensioni e abbiamo presto capito che il fascino e il futuro stavano nel volo e non nella risalita.
A questo punto, in estrema sintesi, non potevamo rimanere muti, era necessario far conoscere questo potenziale sport, nella nostra fantasia dare vita a competizioni che l’avrebbero fatto conoscere.

Giovanni Fachinetti continua il racconto: Mentre ci organizziamo inizia la produzione del parapendio, e iniziano alcune manifestazioni in giro per le stazioni sciistiche per farlo vedere e conoscere.
A Giovanni Fachinetti Serve però qualche cosa di più delle manifestazioni e di qualche articolo di stampa.
È in questo periodo che si presenta nei nostri uffici un signore francese e compera un parapendio, bene per noi, una vendita fatta.
Però, il signore francese torna a casa, copia il nostro prodotto, invita Ambrogio Fogar che a quei tempi presentava in televisione una trasmissione sullo sport e appropriandosi dell’idea lancia il parapendio, nuovo sport,  ideato in Francia da un francese.
Tutti i nostri sforzi e le nostre fatiche calpestati senza nemmeno un riconoscimento morale, pazienza, siamo in produzione e le vendite, forza della televisione, crescono.
Ci serve qualche cosa per distinguerci, e diamo vita a due fasi contemporaneamente.
Giovanni Fachinetti - la storia del parapendio in Italia

Fachinetti Giovanni continua con la sua storia: Insieme al nostro principale cliente, un austriaco assai dinamico, diamo vita alla prima scuola strutturata di parapendio, con tanto di manuale, edito da noi, contenente istruzioni per il volo e nozioni di meteorologia, e con il rilascio di un brevetto di abilitazione al volo.
Giovanni Fachinetti prosegue: Il cliente austriaco disegna un profilo alare di ottima efficienza e quasi tutta la nostra capacità produttiva viene destinata al mercato austriaco.
Noi abbiamo alcune scuole in Italia che usano i nostri parapendio e malgrado un modesto risultato economico andiamo avanti, ma secondo noi si possono organizzare gare che darebbero grande impulso a questo sport e inoltre noi vorremmo organizzare gare monomarca per sostenere le vendite.
Serve lo Sponsor!

Giovanni Fachinetti esclama: TROVATO!
Incrociamo le dita, sponsor trovato.
A Bergamo viveva allora un manager, racconta Giovanni Fachinetti, che aveva  fatto molta strada in una multinazionale Americana.
Incontri, presentazioni, filmati, fotografie e il progetto prende forma.
Costituiamo la  Federazione Internazionale del Parapendio, statuto, atto costitutivo, membri promotori, tutto in regola!
La Federazione deve promuovere l’attività sportiva, rigorosamente monomarca, sponsor unico di grande prestigio.
Faccio un ultimo incontro, a Milano,  con il manager  per la firma dell’accordo, ma lui ha fretta,  sta partendo per una convention, mi sembra alle Hawaii, e mi dice testuali parole : lei ha la mia parola, l’accordo è fatto. Quando torno firmiamo.
Noi facciamo i Parapendio con il logo, sperperiamo risorse in Champagne, ci prepariamo adeguatamente.
Finita la Convention, almeno penso che sia finita, perché per quello che ne so potrebbe essere ancora in corso, dato che il manager da allora si è sempre negato, il progetto affonda per latitanza della controparte. Abbiamo poi saputo che il settore comunicazione non credeva nello sviluppo di questo sport e si era quindi messo di traverso.
A proposito, lo sponsor avrebbe dovuto essere “Misura” e il manager era il Rag. Ribolla.
Alla prossima, grazie

Giovanni Fachinetti conclude la sua storia: Il recupero di uno stato accettabile passa attraverso la consapevolezza che nella vita quello che conta è la salute, e allora dato che stiamo tutti bene, avanti!
Ma, Giovanni Fachinetti lo sa, le disavventure amano compagnia e il nostro cliente più importante inizia a lamentarsi del fatto che le consegne non seguono le richieste dato che il nostro fornitore, più di tanto non poteva fare, e noi destinavamo un 30% circa della produzione al mercato Italiano.
L’austriaco si presenta quindi dal nostro fornitore, gli rappresenta la verità e cioè che il disegno dell’ala che lui stava producendo era suo e che il 70% della produzione era destinata a lui.
Questa la scelta: o sospendere la produzione di quell’ala oppure diventare suo diretto ed esclusivo fornitore.
Capisco che, non essendoci via d’uscita il nostro a questo punto ex fornitore, ci abbia abbandonati.
Non è finita qui la nostra avventura, ma questi sono i passaggi significativi che non so bene se mi piace o no ricordare, ma che comunque ricordo.
In sintesi, fidarsi poco dei clienti, e per nulla dei managers.
Comunque il parapendio nasce in Italia, e ad opera di una società che si chiamava PARFA e questo si, va ricordato.
Grazie

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